IL SENTIERO FUCSIA – BARBARANO ROMANO
COORDINATE
42.258407, 12.083498 (inizio sentiero)
Nel Parco regionale Marturanum di Barbarano Romano ci sono dei sentieri segnalati con colori diversi: uno di questi è il sentiero fucsia che attraversa la necropoli rupestre di San Simone, costeggia il pianoro dell’antica città etrusca e sale sulla radura dove è presente la chiesa medievale di San Giuliano con accanto il cosiddetto Bagno Romano di epoca romana.
L’area archeologica di San Giuliano
La piccola altura tufacea sopra l’area archeologica di San Giuliano prende il nome dalla chiesa romanica. Il pianoro è circondato da tante necropoli rupestri avvolte dalla bella vegetazione che ricopre i ripidi costoni rocciosi. Si tratta infatti di un’area occupata con continuità fin dalla tarda età del Bronzo e soprattutto in epoca etrusca con il periodo Orientalizzante e Arcaico. Del Medioevo resta la chiesa e alcuni filari delle mura difensive, e poi resti di canali e di pozzi per il drenaggio delle acque, anch’essi frutto del rimaneggiamento di impianti preesistenti etrusco-romani.
L’antica città etrusca di San Giuliano
L’antica città etrusca di San Giuliano era su un pianoro tufaceo con pareti a strapiombo, ottime per la difesa. Si ipotizza di identificarla con il centro di Cortuosa, citato da Tito Livio (VI,4,8-9), o di attribuirle il nome di Manturanum, Marturanum, ricordato come sede vescovile nell’alto Medioevo. L’esistenza della città etrusca è provata dai tratti di mura, dal sistema idrico per il drenaggio con cunicoli e cisterne, una delle quali ampliata in età romana (il cd. Bagno romano), da alcuni percorsi stradali che collegavano San Giuliano ai colli circostanti e dalla grande necropoli le cui tombe si susseguono dalla metà del VII al III secolo a.C.
La Chiesa di San Giuliano
La chiesa di San Giuliano (XII secolo), è il risultato di molti interventi subiti nei secoli. Annesso c’è l’edificio a due piani che fu il romitorio per una piccola comunità di monaci eremiti presenti fino al XIX secolo. Splendide le pitture: figure di santi, una Madonna col Bambino, un Cristo in mandorla. La denominazione dell’area archeologica prende il nome dal Santo a cui è stata dedicata la chiesa: San Giuliano Ospitaliere, raffigurato come un giovane cavaliere senza armatura tranne la spada, con un mantello, lo stendardo e l’aureola.
Il “Bagno romano”
Al cosiddetto Bagno romano si accede tramite una lunga e ripida scalinata alla fine della quale si è conservata l’imboccatura di un cunicolo: esempio dell’abilità idraulica etrusca e poi romana, nella realizzazione dei lavori di bonifica e di drenaggio dei terreni. Il grande ambiente che si apre ai nostri occhi è un’opera idraulica inizialmente usata come struttura di raccolta per l’acqua che veniva attinta dall’imboccatura di un pozzo, sulla quota di campagna. Successivamente la stanza per la conservazione dell’acqua fu ampliata e modificata con la realizzazione di una gradinata nella vasca, per utilizzarla come bagno.
Dott.ssa Francesca Pontani
Archeologa, comunicazione digitale